La capanna Prou

I documenti sono carte ciarliere. Uno, in particolare, ci dice che «negli anni 1997-1998 alcuni privati, agendo a loro nome e per loro conto ma nell’interesse dell’associazione, hanno fatto riattare a loro spese, con l’accordo del proprietario, un cascinale» esistente sull’alpe di Prou, a 2000 m, rimasto senza destinazione per l’abbandono della pastorizia.

In queste parole sta riassunto sia l’avvio dell’associazione Amici della Valle Malvaglia, costituita nel 1998, sia l’origine della capanna Prou, inaugurata nel 1999.  Basta intendere che i «privati» altri non erano che i primi soci promotori dell’associazione; mentre la ristrutturazione era destinata a trasformare  il cascinale in «rifugio alpino aperto al pubblico, sotto la gestione dell’associazione», come dichiara lo stesso documento.  Un documento notarile che, ad associazione costituita e a lavori ultimati, concedeva in proprietà all’associazione il cascinale ristrutturato sulla base di un diritto di superficie della durata di cent’anni iscritto a registro fondiario il 26 luglio del 2000.

Non occorre qui dare un nome ai componenti del gruppetto dei primi amici promotori e finanziatori. Basta nominare Giovanni Baggio (1944-2011) che, a quell’epoca, era l’ideatore di ogni iniziativa incentrata su Dagro: dalla filovia, all’ostello, dalla capanna di Prou all’associazione chiamata a gestirla. Se queste infrastrutture ancora esistono, seppur attraverso le disavventure del divenire, è perché lui le ha volute e ha saputo trasmettere ad altri il suo entusiasmo. A lui, per tutti, va dunque il merito di quelle imprese, insieme alla nostra riconoscenza.

Da allora la capanna Prou con la sua struttura semplice e decorosa – cucina, refettorio, due dormitori con una ventina di posti letto, WC, spiazzo esterno con tavolo e fontana – è al servizio di escursionisti e alpinisti. Da quasi vent’anni, giorno dopo giorno, in ogni stagione, questo riparo ospitale posto appena sopra il limite del bosco, con vista spettacolare sulle montagne del versante sinistro della val Malvaglia, conferma il successo dell’intuizione iniziale. Ne fa stato la notorietà conquistata dal rifugio presso una cerchia variegata di amici delle Alpi bleniesi. I fattori del successo sono tutti in qualche modo legati alla collocazione del rifugio. L’accesso da sud è agevolato di molto dalla filovia Malvaglia (400 m) – Dagro (1400 m) che, volendo, riduce a 600 m il dislivello da percorrere a piedi all’ombra delle conifere del bosco di Cascina prima di raggiungere i 2000 m del Prou. Il rifugio è inserito in modo stimolante  nella rete delle capanne bleniesi della sponda sinistra del Brenno. È collegato alla capanna di Quarnei (2100 m) dal sentiero degli alpi, un percorso sui 2000 e oltre ben tracciato e a tratti grandioso. Da Quarnei si apre a nord la via verso la capanna dell’Adula UTOE (2400 m), attraverso il passo dell’incantevole laghetto dei Cadabi (2650 m). Seguendo la valle di Carassino fino al lago di Luzzone, si può ancora continuare verso nord, in direzione della capanna Motterascio (2170 m), per raggiungere l’altipiano della Greina, una delle mete più straordinarie a confine tra Blenio e Surselva.

Ma la capanna Prou ha di suo anche qualcosa d’intrigante da offrire: una diramazione a ovest, verso Lavill, alpe Piei e su fino alla cima del Simano (2580 m), attraverso una regione fuori dai percorsi escursionistici classici, in mezzo a tracce evidenti di uno sfruttamento pastorale che parte da molto lontano per fermarsi in un passato recente. Anche per chi segue la rete delle capanne bleniesi da nord a sud, questa variante è un invito a restare sui 2000 metri per concedersi la gioia che riserva la facile conquista della vetta del Simano, prima di scendere al piano.

capanna Prou
interni della capanna Prou
interni della capanna Prou
interni della capanna Prou